Cointestare un conto corrente già aperto

Cointestare un conto corrente già aperto non è un’impresa impossibile. Cosa vuol dire? Se hai un conto già aperto a tuo nome, puoi decidere di intestarlo anche a un’altra persona. Questo può avvenire quando apri il conto, oppure dopo. In passato questa procedura era molto farraginosa, ma oggi è molto più semplice.
Prima di cointestare un conto già aperto, però, ti conviene pensarci un po’. Infatti, una volta inserita come titolare del conto, la persona potrà gestire quanto è presente sul conto e non solo la sua parte. In più, entrambi i titolari possono verificare la lista movimenti e molto altro.
Cointestare un conto già aperto: differenza tra firma congiunta e disgiunta
Prima di iniziare, è bene fare la differenza tra conto cointestato a firma disgiunta o a firma congiunta.
Nel primo caso serve la firma di un solo titolare per dare il via a un’operazione di pagamento.
Nel secondo caso serve la firma di entrambi i coniugi.
In molti conti correnti c’è la possibilità di usare la firma disgiunta per le pratiche comuni, come un pagamento online. Invece, per un certo importo, servirà la firma di entrambi gli intestatari.
Cointestare un conto già aperto: procedura da seguire
Per poter cointestare un conto già aperto, basta recarsi in banca o all’ufficio postale con la persona che sarà il/la cointestatario/a.
Alcune banche permettono di cointestare il conto direttamente dal proprio profilo bancario, tra le opzioni relative alle impostazioni. Non sono necessari documenti speciali, ma solo la copia della carta di identità e del codice fiscale di entrambi.
Il termine della procedura è molto veloce. Quando viene registrato il secondo nome, il conto è già cointestato.
Cointestare un conto già aperto: casi particolari
Una volta che il conto ha due cointestatari, possono emergere alcune questioni. In caso di pignoramento, per esempio, il giudice può rivalersi sul conto. Di solito, si pensa che l’importo presente sul conto sia metà ciascuno in base alla somma disponibile, quindi si pignora solo quella. Se la situazione è diversa, la persona che non dovrebbe essere colpita dal pignoramento può dimostrare le proprie ragioni con dei versamenti, per calcolare così qual è davvero la sua parte.
Un altro caso particolare riguarda le eventuali eredità. Anche in questo caso, se uno dei due intestatari muore, si pensa che il de cuius avesse di proprietà metà del denaro presente sul conto, quindi, gli eredi avranno solo quella parte in eredità. In questi casi, per evitare
problemi, si consiglia di chiudere il conto. Così gli eredi potranno spartirsi la loro parte e lasciare tranquillo l’altro intestatario. Infatti, sarebbe un po’ difficile gestire in più persone lo stesso conto, soprattutto in casi di firma disgiunta.
Quali sono i casi dove conviene procedere?
Di solito, a fare questa scelta sono le famiglie. In particolare, marito e moglie possono avere un conto cointestato, oppure si può far inserire come cointestatario un figlio minore per insegnargli come funziona un conto corrente. Il conto può essere utile anche per gestire spese da fuorisede. In questo caso, anche se in due città diverse, il conto sarà intestato a entrambi a firma disgiunta per un certo importo di pagamento.
Questa soluzione è certamente comoda quando si ha molta fiducia della persona con cui si condivide il conto, oppure quando le esigenze pratiche lo impongono. Per esempio, se c’è un nuovo socio nella ditta o se ci sono delle nuove persone che devono avere accesso al conto come intestatari per diversi motivi, anche professionali.
In ogni caso, è importante tutelarsi con documenti quando si versa sul conto o quando si preleva. Questo permetterà a tutti di vivere più serenamente, soprattutto in caso di pignoramenti o di debiti che non si erano preventivati. La co-intestazione se si cerca un prestito verrà tenuta in conto dalla banca, che potrà richiedere il pagamento indifferentemente ai due intestatari in caso di pagamento rate tramite RID.